LA QUARTA ONDA, WARNING!

Scritto il alle 01:28 da icebergfinanza

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Una nuova ondata sta investendo i mercati finanziari, forse la quarta onda, quella che i lettori di Icebergfinanza conoscono come l’ onda " TED SPREAD ". LA_QUARTA_ONDA

Ne abbiamo già parlato in dettaglio nel post la TERZA_ONDA assolutamente da rileggere, abbiamo già visto l’assoluta inaffidabilità del libor come indicatore interbancario che segnala i tassi con i quali le banche si scambiano la liquidità, abbiamo visto come dopo l’inchiesta che ha appurato l’assoluta mancanza di trasparenza del sistema finanziario, il quale ha spesso dichiarato tassi non conformi alla realtà, nulla cambia, tutto è per sempre uguale.

Non aggiungo altro, se non invitarvi a rileggere questi due post da PAUL_KRUGMAN e NAKED_CAPITALISM post che unitamente ai grafici qui sotto avvertirono che il " TED SPREAD " ovvero  la differenza tra il LIBOR a tre mesi e i Treasuries a 90 giorni è in grado di testimoniare l’arrivo di  nuove ondate di crisi del credito.

Come abbiamo già visto nel post  LIBOR_o_NON_LIBOR  dal WSJonline  non sempre il LIBOR può essere considerato un indicatore attendibile.

Oggi come testimonia il grafico da BLOOMBERG, la quarta ondata sembra in via di formazione, tutto è possibile, siamo solo nell’occhio del ciclone.

Come potete vedere qui sotto è indubbiamente un indicatore di ottima qualità!

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Non è finita, non è affatto finita, resta ancora da scontare la recessione più lunga e profonda di quanto nessuno è in grado di immaginare, scontare una crisi di insolvenze alle porte e soprattutto  un sensibile aumento della disoccupazione.

Una nuova ondata è prevista per il giorno 3 luglio, alcuni indicatori anticipano, CES/NET B/D Model permettendo un pessimo dato sull’occupazione e solo allora sapremo se i minimi dei mercati americani saranno in grado di arginare la forza d’urto della realtà!

La prossima settimana un post assolutamente da non perdere!

Un solo anticipo, molto probabilmente la settimana prossima lo S&P500 romperà i minimi dell’anno!

Nulla di nuovo dalle vendite di case esistenti che corrispondono a circa l’ 80/85 % dell’intero mercato immobiliare americano, un aumento del 2 % nelle vendite che porta la perdita complessiva annuale a meno 15,9 % dal maggio 2007.

Torno a ricordare che si tratta del periodo di maggiori transazioni immobiliari dell’anno e i dati di oggi riflettono il peggior aumento mensile da dieci anni a questa parte.

La percentuale di vendite che riflette operazioni di abitazioni cadute in foreclosure è di oltre il 30 %, prezzi in discesa del 6,3 %, inventari in discesa dell’1,4 % e i REOs (Real Estate Owned) is a property that goes back to the mortgage company after an unsuccessful foreclosure auction sono ai massimi dall’inizio della Grande Depressione Immobiliare.

Il cammino è ancora lungo, resta ancora una speranza ovvero l’intervento governativo che dovrebbe rinegoziare alcuni mutui in difficoltà trasformandoli a tasso fisso con la garanzia delle agenzie federali, vere e proprie mine vaganti e inserire notevoli incentivi all’acquisto di un’abitazione, il trionfo del vecchio Keynes, senza l’intervento dello Stato il mercato non è in grado di autoregolamentarsi. 

2 commenti Commenta
utente anonimo
Scritto il 27 Giugno 2008 at 13:22

Se lo stato a stelle e strisce smettesse di fare la guerra, che gli costa 500 milioni di $ al giorno (stime di Stiglitz, non mie) avrebbe meno bisogno di emettere titoli di stato.

Potrebbe concentrare la propria immensa potenza di fuoco sui problemi interni ed internazionali anziché sui poveracci che dopo aver sofferto Saddam ora soffrono il religiosissimo e violento Georgedoubleiù.

Guido

utente anonimo
Scritto il 28 Giugno 2008 at 13:38

Hai perfettamenteragione Guido, ma come farebbero col petrolio? Dove credi chefacciano il pieno gratis le petroliere di sua maestà il colonizzatore Bush II?

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